Sovversiva. Così è l’arte viva.

sovversiva arte

sovversiva e incontrollabile deve essere l’arte

Ma i libri non si possono processare

Mario Vargas Llosa

Traduzione di Luis E. Moriones

la Repubblica, 20/03/18.

 

 

Sovversiva e incontrollabile deve essere l’arte, altrimenti è morta. Non ci sono alternative.
In un articolo pubblicato su la Repubblica di oggi il premio Nobel Vargas Llosa  (video di 1 minuto e 45 secondi) manifesta le sue preoccupazioni: «Cerco di essere ottimista […] . Ma confesso che mi risulta ogni giorno più difficile.»
Pensa alla vita politica mondiale, agli attentati alla democrazia, alla pericolosità di leader come Trump, alla vocazione autoritaria di Putin, alla brutta aria che circola oggi nel mondo.
Ma più di tutto è il destino della letteratura a spaventarlo.
«[la letteratura] Ha sempre avuto dei nemici. Nel passato, la religione era la più decisa a liquidarla istituendo una censura severissima e innalzando roghi per bruciare gli scrittori e gli editori che sfidavano la moralità e l’ortodossia. Poi furono i sistemi autoritari, a mantenere viva questa tradizione sinistra».
Anche i sistemi democratici hanno tentato di proibire libri, ma in democrazia si può reagire. Al giorno d’oggi il nemico più risoluto è un certo femminismo radicale che vuol epurare la letteratura da maschilismo, immoralità e pregiudizi.
L’autore porta alcuni esempi, tra cui quello del “decalogo femminista” del sindacato in Spagna che « […] chiede di eliminare dai corsi scolastici autori rabbiosamente maschilisti come Pablo Neruda, Javier Marías e Arturo Pérez-Reverte. »
E dietro queste battaglie anticulturali e antiletterarie c’è una schiera di autori, editori, giornalisti, che per paura di passare per reazionari assecondano.
« Naturalmente, con quel tipo di approccio a un’opera letteraria, non si salva dal rogo un solo romanzo della letteratura occidentale.»
(“e i roghi di libri li facevano i nazisti!” n.d.r.)
L’autore ricorda anche il caso Céline, filonazista e antisemita, dice che mai avrebbe stretto la mano ad un simile individuo, ma che era stato fortemente impressionato dai due suoi romanzi, veri capolavori della letteratura.
Il problema è che la letteratura è sempre sovversiva, non può essere censurata, controllata.
Vargas Llosa cita il libro di Georges Bataille La letteratura e il male, un libro “bello e inquietante”. In quest’opera si afferma che il “male”, per rendere possibile la convivenza civile, viene represso, ma non non scompare. Rimane sotto la superficie pronto ad esplodere.
« […] preme per riemergere e reinserirsi nell’esistenza. In che modo ci riesce? Tramite un intermediario: la letteratura. È questo il veicolo mediante il quale tutto quel deposito umano torto e ritorto torna alla vita e ci permette di capirla più profondamente e anche, in un certo modo, di viverla nella sua pienezza, recuperando tutto ciò che abbiamo dovuto eliminare perché la società non sia un manicomio né un’ecatombe permanente […] esiste la grande letteratura, dice Bataille, ed essa non è morale o immorale, ma genuina, sovversiva, incontrollabile, o finta e convenzionale, o più precisamente morta».
Una letteratura censurata, morta, non potrebbe aiutarci a controllare quel torbido che continua a premere per uscire.
Ed allora cosa succederebbe?
I mali non si manifesterebbero più nei libri, ma nella vita stessa, travolgendola nelle barbarie politiche, religiose, sociali.
 « […] grazie agli incendi e alla ferocia dei libri, la vita è meno truculenta e terribile, più pacifica, e gli esseri umani possono convivere con meno traumi e più libertà. Chi insiste perché la letteratura diventi inoffensiva lavora in realtà per rendere la vita invivibile, un territorio in cui, secondo Bataille, i demoni finirebbero per sterminare gli angeli. È questo ciò che vogliamo?  »

 

 

 

 

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