Cina vicina

cina vicina

La Cina è vicina, e viene da lontano.

Henning Mankell
Il cinese
traduzione di Giorgio Puleo
Marsilio 2016

 

La storia comincia in un gelido gennaio svedese, quando si scopre lo sterminio di quasi tutti gli abitanti di un piccolissimo villaggio (diciannove persone).

Ma il vero inizio si perde nel passato…

Il personaggio principale è il giudice Birgitta Roslin, che si occupa del caso perché scopre di essere imparentata con alcune vittime; Birgitta è una donna quasi sessantenne, sposata e madre di tre figli grandi, con un passato “maoista”. E questo è uno dei legami che ha con la Cina.

Attorno a lei gravitano altre figure di donne, molto interessanti, donne forti e capaci, attive e determinate nell’ambito delle loro professioni.

Il libro è un giallo serrato e avvincente che si avvale di una scrittura perfetta; ma è anche di più nella sua complessità.

Infatti le indagini sulla strage si intrecciano ad avvenimenti del diciannovesimo secolo, quando dalla Cina i più poveri e i più derelitti venivano trascinati in America a lavorare alla costruzione della ferrovia in condizioni disumane di vera schiavitù.

E poi siamo trasportati nel tempo a capire che cosa è la Cina del ventunesimo secolo e come sia dilaniata dal conflitto interno che vede da una parte i nostalgici degli ideali rivoluzionari e dall’altra gli avidi artefici di un capitalismo selvaggio e brutale che svolgono i loro affari in mezzo alla corruzione. Un altro capitolo ci narra l’espansione cinese in Africa. Le riflessioni storiche e politiche si amalgamano perfettamente con le vicende dei personaggi e con la trama del giallo, non hanno nulla di pedantesco e diventano parte integrante della personalità dei protagonisti.

Birgitta, sgomenta, si trova in mezzo a questi contrasti, ripensa al sogno di cambiare il mondo di quando era giovane studentessa, si chiede che cosa sia rimasto di quegli ideali di libertà, giustizia e uguaglianza, e soprattutto si affligge nel constatare che il mondo precipita nel vuoto assoluto di valori.

Il valore di quest’opera sta proprio in questa densità di stratificazioni: si scava e si scoprono storia, psicologia, politica; e tutto questo senza mai perdere l’interesse, anzi, è impossibile staccarsi dalla lettura fino alla fine.

L’autore, Henning Mankell, è anche il creatore della serie del commissario Wallander.

De “Il cinese” hanno scritto:

«È forse il miglior Mankell in assoluto» (Piero Soria)

«… questo suo ultimo lavoro è qualcosa che va oltre i suoi precedenti scritti: un intrigo perfetto, appassionante, a tratti spaventoso per l’incredibile intreccio che l’autore crea attraverso il tempo» (D.Martinelli)

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