Dove sono in questa storia

Emir Kusturica
Dove sono in questa storia
Traduzione di Alice Parmeggiani
Feltrinelli 2011

Ci sono tre ragioni di tipo conoscitivo per leggere questo libro: 1.Chi ama i film di Kusturica, qui ha il raro privilegio di capirne la genesi, le circostanze, il significato. E non è certo poco, visto che a parlarne, con il cuore e con la ragione, è lo stesso regista.
2.La tragedia dei Balcani e della ex Jugoslavia trova nel romanzo una voce capace di esprimerne tutto l’orrore-dolore; lo scrittore cerca di darsi e darci un ragionato resoconto di come quei popoli perennemente si dedichino alla reciproca distruzione.
3.Un autore come Ivo Andric, che pur essendo un premio Nobel, non è molto conosciuto – credo – ha in Kusturica un ammiratore capace di spiegarne la grandezza.
Detto ciò, c’è nel romanzo una profusione di episodi che sembrano tratti dai film dell’autore (o viceversa) e questo basta, da solo, a rendere la lettura piacevole e “gustosa”: vi si ritrova tutto l’estro brioso (alla “Chagall”, dico io) di quelle scene in cui succedono cose stranissime e tremende nella loro surreale innocenza; e tuttavia molto reali dietro l’apparenza fantasiosa.
C’è, inoltre e soprattutto, la sensibilità dell’autore, ci sono i sentimenti più profondi che lo legano alla sua terra e alla sua famiglia, i ricordi, le speranze, le delusioni, le amicizie (come quella con Jhonny Deep).
Così come sembra di essere catapultati in uno dei suoi film quando descrive avvenimenti della sua vita, ci si sente anche partecipi delle sue gioie e delle sue sofferenze.
È un libro costruito a mosaico, con tante tessere buttate lì alla rinfusa, che trovano una loro collocazione quasi onirica; scrive nello stesso modo in cui dirige i film. Un bel libro.

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