Il diavolo, certamente

Andrea Camilleri
il diavolo, certamente
Mondadori 2012

Fulminei, come un balenio negli occhi del diavolo. Chiamiamolo come si vuole, zampino del diavolo, scherzi del destino, casualità… basta un nonnulla per ribaltare certezze, fortune, vite. Ci sono filosofi che si accapigliano furiosamente per una teoria, giovani che si perdono per passione, ragazzini che sono travolti dalle cattiverie degli adulti, persone avide di denaro e successo, e tanti tanti esseri umani, uomini e donne, che intrecciano relazioni amorose con tradimenti reciproci.
Lui, il Male, è molto capriccioso: a volte è un buon diavolo che, ad esempio, aiuta gli amanti clandestini, oppure qualche disgraziato sull’orlo del precipizio; a volte invece è dispettoso e smaschera quel che dovrebbe rimanere nascosto per poter sopravvivere; a volte è decisamente “infernale” e porta morte e distruzione.
Sotto questo sguardo demoniaco, pronto a lanciare quel lampo che cambia il corso della vita, sfilano passioni, vanità, ambizioni, desideri e sofferenze di una varia umanità presentata per quello che è, senza commenti morali.
Un tema scorre sotterraneo per affiorare nell’ultimo perfetto racconto: la doppia verità, la verità razionale e la verità della fede.
La raccolta si chiude con questo apologo filosofico (un altro apre la raccolta) che da solo vale tutto il libro.

I racconti sono 33 ed ognuno è di 3 pagine. Perché questi numeri? Perché questo titolo?

Così ci spiega Camilleri nella nota alla fine del libro: «So benissimo che esiste un film di Robert Bresson che in Italia è stato intitolato Il diavolo probabilmente… e non ho nessuna remora a confessare d’essermene in qualche modo  impadronito perché è stato proprio quel titolo (il film non l’ho visto) a farmi venire l’idea di scrivere questi 33 brevi racconti. 33 perché è meglio avere a che fare con mezzo diavolo che con uno intero.»
(333 al posto di 666, che è il numero della Bestia)

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