Il guaritore

Antti Tuomainen
Il guaritore
Einaudi 2012

 
«Un tracollo fulmineo o un lento sgretolarsi?». Un bel dilemma, se devi scegliere mentre il mondo, il tuo mondo, sta finendo travolto dalle catastrofi ambientali, e senza alcun rimedio, ormai.

Siamo in una Helsinki «flagellata dalla pioggia battente e dalle continue inondazioni»; il poeta Tapani cerca disperatamente la moglie Johanna, una giornalista sparita mentre seguiva una traccia del Guaritore, un misterioso personaggio che stermina famiglie intere per ricordare all’umanità la sua colpa di aver distrutto il pianeta con la folle corsa allo sfrenato godimento di ogni possibile risorsa.
Un terrorista ecologico, che uccide anche bambini innocenti e che, come tutti i fanatici, si ritiene mosso da una missione di giustizia.
In mezzo ad un’umanità ormai lasciata a se stessa e in fuga (ma verso dove?), Tapani affronta quasi da solo una lunga ricerca nella città, ma anche nel passato, per scoprire che in un mondo che si sta disgregando quel che più spaventa è la mancanza di solidarietà e che conoscenti, amici, tutti, non sono quelli che sembrano. Anzi, man mano che procede, le persone che incontra e che all’apparenza non sono in relazione tra di loro, si rivelano invece coinvolte in rapporti di vario tipo; così dalla quotidianità, che registra in modo superficiale i fatti, passa ad un’altra dimensione, quella della ricostruzione di una storia, la storia che ha determinato il destino suo e della moglie.
In quei tre giorni prima di Natale scorrono due flussi di tempo: quello scandito da una serie di atti quotidiani e “normali”, registrati con cura minuziosa e con parole pacate e scarne, e quello dell’angosciata tensione verso la verità e la salvezza di ciò che, solamente, conta, Johanna, perché quando crolla il mondo non c’è fuga che tenga e l’unico tesoro che rimane è l’amore delle persone care.
Protagonista sempre presente la pioggia: in tutta quest’acqua, da su e da giù, il vagare di Tapani è simile a quello di un naufrago che cerca disperatamente i suoi cari dispersi lottando contro chi si è impossessato delle scialuppe di salvataggio e non intende condividerle.
E dopo tanta pioggia, e dopo l’inverno, arriva la primavera che scintilla: «La superficie della baia di Vanhankaupunginlahti è di un azzurro abbagliante e increspata dal vento».
A volte niente è più crudele della bellezza.

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