Margherita Dolcevita

Margherita Dolcevita

Margherita Dolcevita

Stefano Benni

Margherita Dolcevita

Feltrinelli 2005

Margherita Dolcevita è “una bambina in scadenza”, nel senso che ha quindici anni; è bionda e riccia, ha gli occhi blu, è un po’ sovrappeso: «Mi piacerebbe indossare quei bei jeans stretti e bassi che spunta l’ombelico, ma la volta che ci ho provato mi sono scoppiati in autobus e ho ferito tre persone coi bottoni».
La sua filosofia consiste in una sincera sfiducia nei confronti di un miglioramento del mondo: «Quando i bambini crescono e diventano adulti, capiscono subito che quello che gli avevano detto da bambini non è vero, eppure riciclano ai figli l’antica bugia. E cioè che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da secoli, e il risultato è questa Terra, questa vescichetta d’odio».
Infatti il mondo è quel che è; secondo la filosofia di nonno Socrate «Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane.»

Margherita Dolcevita e la sua famiglia vivono in una casa modesta ai bordi di una campagna quasi del tutto disastrata. Là vicino viene costruito un cubo, villa modernissima, con tanto di muro, cane feroce, gorilla, servitù; gli abitanti sono il signor Del Bene, uomo d’affari; sua moglie, elegantissima, sempre all’ultima moda; la loro figlia Lenora, diciassettenne annoiata, abbronzata, ignorante; il loro figlio Angelo, adolescente un po’ pazzo.
Il cubo è impenetrabile, ma sulle finestre, all’esterno, sono proiettate immagini di felice vita familiare secondo gli standard televisivi. Tutti vengono trasformati e rimbecilliti da questo cubo-televisione.
Chi non si adegua alle leggi del consumismo e della mercificazione va incontro ad oscure rappresaglie.
Riuscirà la saggezza di Margherita Dolcevita a salvare il suo piccolo mondo – o addirittura il mondo intero- dall’abisso di colpevole stoltezza in cui è precipitato?

Vorrei che Margherita Dolcevita ci  gironzolasse un po’ attorno regalandoci  la sua “comprensione naturale delle cose”; vorrei sentire la sua voce:
«… io, che sono una bambina in scadenza, penso:
a) che i grandi non hanno nulla da insegnarci;
b) che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni, e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro;
c) che dovrebbero smettere di fare i film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all’uscita del cinema.
Ebbene sì, sono polemica».

Ancora una volta Benni ci propone con leggerezza ed ironia personaggi indimenticabili per la loro originalità, emblematici eppure veri; e ci racconta favole allegoriche illuminanti.

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