Equilibrio

equilibrio

Soprattutto l’equilibrio

Gianrico Carofiglio
La regola dell’equilibrio
Einaudi 2014

Equilibrio. L’avvocato Guerrieri non è sempre sicuro di sé, spesso si scopre fragile, turbato quando l’immagine ideale che ha di se stesso si appanna: allora arrivano i dubbi. «Avevo un’immagine di me e cercavo di corrisponderle. In un modo o nell’altro. In caso di contrasto con la realtà, era la realtà a doversi adattare. Ma è un meccanismo che non può durare per sempre. A poco a poco perdi l’equilibrio». La regola dell’equilibrio, dunque.
Tanto più in questa primavera strana, incerta, in cui gli succede di dover riflettere sulla precarietà della propria esistenza, scivolando nella malinconia dei ricordi.
Quando un giudice suo conoscente (avevano frequentato lo stesso liceo e si erano incontrati sporadicamente all’università) si rivolge a lui perché lo difenda dall’accusa di corruzione, accetta ed anche si lascia coinvolgere, convinto com’ è dell’integrità del suo cliente.
Aiutato da Annapaola, l’amica investigatrice, e da lei confortato, lavora a questo caso che lo porterà presto a dover riflettere sulla sua professione, sulla sua vita e soprattutto sul significato di giustizia, potere e corruzione: «La corruzione – e in particolare la corruzione giudiziaria – è diversa dalla rapina perché ha a che fare con il potere. Il potere di un giudice è mostruoso, se uno ci pensa. Può decidere della libertà e della vita di una persona. […] Il potere – ogni forma di potere – è una cosa accettabile solo se è trasparente, pulito, se è esercitato in modo uguale per tutti.»
E naturalmente non può non pensare a cosa significhi fare l’avvocato; così si interroga sui limiti della propria professione: «… forse dimentichi che ci sono dei doveri legati alla tua professione, fino a quando continui a esercitarla. Hai degli obblighi verso quel cliente…»; la riflessione diventa introspezione, analisi del proprio io e della propensione che ognuno ha a mentire a se stessi: «Tutti mentono. Chi dice di non farlo mai o è un cretino o è più bugiardo degli altri. La salute mentale consiste nel trovare un punto di equilibrio fra verità e menzogna». La regola dell’equilibrio, ancora.
Carofiglio racconta pianamente, ma non in modo banale. Racconta la vita di quell’ambiente particolare che è il mondo della legge, spesso si addentra in spiegazioni e riflessioni su procedimenti e problemi giuridici, ma non è mai noioso, perché tutto si lega e viene tenuto insieme da una storia, che è quella del caso che sta trattando, ma anche delle sue scelte di vita privata, delle sue relazioni di amicizia e sentimentali; è un libro denso, che non si esaurisce nell’arco di poco tempo come succede spesso a questo genere letterario.

condividi!
  • Print
  • Facebook
  • Twitter
  • RSS
Questa voce è stata pubblicata in romanzi e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.