Al 95%

Renzo Darisi
Al 95%
Libro pubblicato dall’autore – 2012

 

Renzo Darisi al suo secondo romanzo (ci sarà un seguito?).
Dal retro di copertina: «Su Orione o in paradiso? Con questa alternativa si chiudeva IFIGENIA IN TASSILI. Che ne ha fatto Mintaka delle fanciulle veneziane scomparse? La ricerca riprende a Torcello…».
La storia si apre con la cronaca della presentazione di Ifigenia in Tassili, romanzo in cui comincia la vicenda (che viene riassunta nella prefazione: durante un’escursione sul Tassili n’Ajjer in Algeria un gruppo di amici nota una madre con due figlie adolescenti vestite in modo stravagante e con strani atteggiamenti. Il mistero induce a fantasticare su possibili riti simili al sacrificio di Ifigenia. La vicenda si tinge di giallo con il ritrovamento di un diario smarrito da una delle due ragazzine e con la scomparsa delle tre donne. Le ricerche di Renzo Darisi, lo scrittore, e dei suoi amici li mettono sulle tracce di una misteriosa setta, Mintaka…)
Poi, con una lentezza tutta veneziana, ci si inoltra nella narrazione, che è divagante-vagante lungo percorsi “torcelliani”. Per chi ama Torcello (ed io la amo) è incantevole questo girovagare con un che di svagato (e decisamente insisto in questo “vag” ripetuto) tra erbe e orti, dentro e fuori di chiese, pezzetti di laguna, come mosaici, appunto.
Un ritmo che ricorda il silenzioso scivolare sulle acque tra le isole veneziane, mentre lo sguardo affascinato si riempie del paesaggio lagunare.
La calma ovattata di questa atmosfera ben presto è scompigliata dall’inatteso. E comincia (anzi continua) il viaggio della lucidità che tenta di smascherare la finta luce.

Che vuol dire?
Per capire, naturalmente,  bisogna leggere il romanzo, sulla cui copertina è ritratto, non a caso, Lucifero, portatore di luce: il Lotto  lo dipinge sconfitto dall’Arcangelo Michele; ma il quadro potrebbe  essere capovolto…
E Lucifero  balza fuori anche  all’inizio della vicenda, dal mosaico del Giudizio Universale di Torcello.
 A poco più di metà la storia diventa particolarmente intrigante, perché franano certezze e cadono apparenze: quel che sembra non è e gli inganni-disinganni si moltiplicano. Ingegnosa la conclusione.
Ma c’è dell’altro, e ritorno alla “lucidità”: la garbata razionalità di Renzo Darisi si oppone al dilagare di stupidaggini che non si limitano ad essere ridicole, ma possono diventare serio pericolo e causare dolore e morte («Un magma di cialtroneria esoterica avvolge le vite di tanta gente» p.154).
Ed altro ancora: il molto condivisibile orgoglio di chi non si sottomette a ciò che viene imposto, ma rivendica la propria indipendenza intellettuale; senza chiasso, né ostentazione, con garbo appunto («Abbiamo concordemente deciso di fare a meno della verità rivelata. Preferiamo la conoscenza, magari parziale e provvisoria, costruita con fatica attraverso intuizioni, deduzioni e rigore. E che si fonda sulla libertà ed accetta anche di fallire. La preferiamo alla conoscenza rivelata, fatalmente viziata dalla visione delle cose di chi la formula e che finisce sempre per porre argini al pensiero libero» p.167).

Questo il credo di Renzo Darisi.

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