Declino-nascita: morte dell’impero e trionfo del cristianesimo

declino nascita: un mondo che sparisce e uno che si affermasorge

declino nascita: un mondo che muore e uno che sorge

Declino nascita: le due parole chiave che percorrono il libro di Augias, declino dell’impero e nascita del nuovo mondo cristiano.

LA FINE DI ROMA
TRIONFO DEL CRISTIANESIMO, MORTE DELL’IMPERO
Di Corrado Augias

È una lettura assai piacevole che unisce la scorrevolezza del testo alla precisione lessicale e alla documentazione storica ineccepibile. È anche un viaggio attraverso monumenti e luoghi più o meno noti che hanno segnato questo passaggio epocale dal lungo declino dell’impero romano ad una nuova era.

L’autore ci racconta inoltre tanti personaggi memorabili: ritratti vividi e precisi che balzano fuori dalle citazioni, dagli scritti autobiografici, dalle ricerche accurate dello scrittore.

Nella premessa si sottolinea come la rivoluzione rappresentata dall’avvento della nuova fede abbia voluto dire fine del mondo antico con la sua religione e i suoi miti, ma anche comparsa di un mondo diverso, declino nascita, due realtà che «si rispecchiano l’una nell’altra, ora antitetiche ora strettamente avvinte ma come lo sono due lottatori che si abbracciano nel tentativo di sopraffarsi». Una lotta dunque, che si prolunga per un periodo considerevole, almeno per tre secoli, ma anche un travaso di usi, concetti, credenze popolari. «Se Edward Gibbon ha ragione, il cristianesimo – più precisamente la Chiesa – è stata tra le cause della rovina dell’Impero romano. Però con un paradosso: nel momento in cui contribuiva al declino e alla fine di quell’antica civiltà, la Chiesa volle nello stesso tempo farsene erede e continuatrice». «Il paganesimo venne cancellato, i suoi templi demoliti, le sue divinità definite idoli menzogneri, tuttavia alcuni elementi dei vecchi culti dovettero essere mantenuti; erano credenze e rituali che per secoli avevano dato conforto al profondo bisogno di rassicurazione dell’umana fragilità. Neppure la nuova religione poteva farne a meno».

Augias ci porta a vedere i monumenti che testimoniano questo trascorrere da un mondo ad un altro, monumenti famosi come il Pantheon, tempio pagano sopravvissuto per oltre duemila anni grazie al fatto che si è trasformato in edificio cristiano. Ma scopriamo luoghi poco noti, fuori dei circuiti turistici, come il tempietto dedicato alla moglie di Erode Attico trasformato nella chiesetta di Sant’Urbano.

Imbocchiamo strade dimenticate come via Acque Salvie, per entrare in un’atmosfera antica, nell’abbazia delle Tre Fontane dove sembra sia avvenuta l’esecuzione di San Paolo nel 67 dell’era volgare. San Paolo è il quinto evangelista se si considerano le Lettere.
Di lui Augias ci dice tutto: è il personaggio chiave di questo declino nascita di cui parliamo. (Proprio lui rappresenta la statua riprodotta sulla sopracoperta di questo libro): «Paolo s’impadronì della figura di un profeta di cui si vociferava che fosse risorto, per trasformarla in quella del fondatore di una nuova religione che lui personalmente, per diretto incarico di Dio, era stato preposto a portare fuori di Israele».

Siamo alle prime fasi del cristianesimo e la storia raccontata dall’autore ci propone le figure di vari imperatori:  da Nerone, il primo persecutore, arriviamo a “La clemenza di Tito?” (con il punto di domanda). Un imperatore legato ad un altro celebre monumento, l’Arco di Tito, di grande significato per le circostanze «che lo hanno trasformato in un simbolo che racchiude, espone, raffigura una fondamentale pagina di storia».

Intanto la dottrina cristiana prende forma e si diffonde sempre più delineando concetti, come quello sulla sessualità,  che segnano un netto distacco da quel mondo antico che si avvia verso il declino. Ma anche su temi così divisivi, come appunto la sessualità, ci sono punti di contatto che testimoniano una sotterranea continuità  nei traumi della storia. Aspetto questo che viene indagato con finezza d’acume dal nostro autore.

L’autore analizza le varie posizioni dei diversi imperatori nei confronti dei cristiani, Traiano, Adriano, Antonino Pio con la moglie Faustina, Diocleziano e “L’ultima persecuzione”, per arrivare a “Una conversione strategica”, cioè la vittoria della nuova fede con Costantino. Ogni imperatore è legato ad un luogo significativo. Quello che segna l’epoca costantiniana, con il compimento del binomio declino nascita, è un monumento tra i più misteriosi, l’Ipogeo degli Aureli, che ben rappresenta l’esito della lotta tra mondo classico e mondo cristiano: «I poveri Aureli, gente ricca ma di scarsa cultura, si erano probabilmente smarriti nella tempesta di quegli anni. Nei loro affreschi hanno scelto il sincretismo, raffigurazioni della nuova storia sacra mescolate però ai vecchi miti ellenistici. Un po’ della Roma pagana, un po’ di quella cristiana per non rischiare di scommettere tutto sulla parte sbagliata».

Ormai il cristianesimo da religione perseguitata era diventata strumento di persecuzione: aveva decisamente vinto.

I capitoli finali ci parlano di figure memorabili: l’imperatore “traditore” Giuliano con il suo impossibile sogno di restaurazione, la terribile vicenda di Ipazia su cui si proietta l’ombra del fosco patriarca di Alessandria Cirillo ed infine il grande imperatore filosofo Marco Aurelio.

«Le divinità pagane erano sorridenti, approssimative, dilettantesche – ma non conoscevano la crudeltà né pretendevano di imporsi come riferimenti morali.
Quel compito tremendo lo assunse, nel bene e nel male, il cristianesimo, di questo è fatta gran parte della storia nel mondo in cui viviamo, cioè l’Europa e il continente americano. Di questo è fatta soprattutto la storia di Roma, ecco perché questo libro descrive anche i luoghi oltre a coloro che li abitarono»

condividi!
  • Print
  • Facebook
  • Twitter
  • RSS
Questa voce è stata pubblicata in saggi e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.