Jane Avril
Mes mémoires
suivi de
Erastène Ramiro
Cours de danse fin-de-siécle
Phébus, Paris 2005
Jane Avril fu una delle tante danseuse del Moulin Rouge. Non era come le altre, era speciale, per la sua raffinatezza, per l’amore verso l’arte e la cultura.
Divenne famosa soprattutto per i molti ritratti che le dedicò Toulouse-Lautrec. Verso il pittore di Montmartre conservò sempre riconoscenza e affettuosa amicizia. «Elle est la distinction même: silhouette élancée, visage anémique et mélancolique des créatures chères aux Décadents, chevelure rousse et chic anglais, ajoutez à cela ce côté ondoyant de “serpent qui danse” si bien mis en relief par son fidèle ami Toulouse-Lautrec, fasciné par son inquiétante et insaisissable beauté.» (Claudine Brécourt-Villars)
Nelle sue memorie, scritte in modo vivace e semplice, con una verve tutta francese, racconta la sua vita e, soprattutto, la vita di Montmartre in quel periodo affascinante che ricordiamo come Belle Époque. In quell’ambiente eterogeneo, brillante, colto e mondano, ma anche popolare e audace, «… elle séduit, séduit beaucoup et devient très jeune la coqueliche de l’élite intellectuelle, artistique et mondaine.» (Claudine Brécourt-Villars)
Jane Avril racconta la sua fanciullezza felice con i nonni fino al momento di essere affidata alla madre che, segnata da periodi di squilibrio mentale e da una rabbiosa infelicità, la tratta con ferocia. La sua adolescenza è un incubo; i casi della vita e l’incontro con persone che le si affezionano e si prendono cura di lei, la indirizzano verso quella grande passione che la salverà: la danza.
Questo libro è soprattutto un inno alla danza; niente e nessuno hanno mai potuto distoglierla dalla danza, niente e nessuno sono stati mai più importanti della danza.
Al Moulin Rouge diventa la memorabile “étoile incontestée”, perché solo lei sa danzare veramente: «Les reine du quadrille gambillaient, Jane Avril dansait. En elle vivait cet instinct grâce à quoi la danse perd son caractère abstrait pour devenir un langage, cesse d’être un art purement décoratif pour prendre un accent humain; l’arabesque tracée dans l’espace par une jambe inspirée n’est plus un signe vain, c’est une écriture.» (Francis Jourdain)
Questa storia, inoltre, ci rivela la personalità di una donna che ha perseguito autonomamente, in modo consapevole ed orgoglioso, la sua realizzazione nella professione scelta.
Ma queste memorie sono anche una cronaca senza pregiudizi, libera, sincera, di fatti, persone, locali, umori, gioie e dissapori di Montmartre; in esse si respira quell’atmosfera a un tempo gioiosa e malinconica di chi concepisce la vita come una festa, come un romanzo, sapendo però che la felicità è uno stato di grazia assai breve e fragile.