Lee Harper
Il buio oltre la siepe
2013 Feltrinelli
L’altro giorno è scomparsa Harper Lee; avevo appena finito di rileggere il suo romanzo, Il buio oltre la siepe: pensavo di trovarlo “vecchio”, non più attuale. Invece mi ha colpito per la freschezza della narrazione. Forse perché a raccontare è una bambina che vede tutto con occhi non contaminati dalla cattiveria degli adulti. Si rimane affascinati dal personaggio di Atticus Finch, un uomo che persegue il suo scopo – far trionfare la giustizia – senza ostentazione, senza atteggiarsi ad eroe, ma con la consapevolezza dell’inevitabilità del fare ciò che è giusto fare. Così, con pacatezza, difende un uomo di colore che è stato ingiustamente accusato, anche se tutti, nel suo ambiente, gli sono contro; lo difende perché è innocente, non perché è di pelle nera; è un atto dovuto, normale, secondo lui, non eroico. Eppure rimane un personaggio indimenticabile questo avvocato del Sud, liberale e antirazzista, che educa i suoi figli alla tolleranza e che è per loro esempio di grande umanità.
Il romanzo è ambientato nel Sud americano degli anni Trenta, a Maycomb, una cittadina di provincia percorsa da pregiudizi e fremiti razzisti. In questo mondo la piccola Scout di nove anni vive la sua vita accanto al fratello, al padre e alla governante di colore che accudisce i ragazzi; durante le vacanze arriva a Maycomb Dill, un ragazzino che diventa grande amico di Scout e di suo fratello Jem.
La storia è autobiografica; Scout è la stessa scrittrice, Atticus è il ritratto di suo padre e Dill è lo scrittore Truman Capote, amico di Harper Lee fin dalla più tenera età.
Sarà proprio Truman Capote ad indurre Harper Lee a scrivere i ricordi dell’infanzia.
Pubblicato nel 1960, in un periodo di lotte e di conflitti razziali, divenne subito un grande successo ed un libro di culto; il personaggio di Atticus assurse a simbolo del coraggio e della lotta contro le ingiustizie e le emarginazioni. Da poco è stato pubblicato quello che sarebbe il seguito di questa storia, Va’, metti una sentinella; racconta di vent’anni dopo, ma è stata scritta prima di quello che rimane il suo unico capolavoro.
Questo “prequel-sequel” ha suscitato molte polemiche, soprattutto perché il personaggio di Atticus perde completamente le caratteristiche di uomo in lotta contro le ingiustizie e diventa uno dei tanti, segnato dai medesimi pregiudizi dei suoi concittadini.
Non credo, però, che questa recente pubblicazione, giudicata da molti critici “brutta”, possa intaccare il valore de Il buio oltre la siepe, che tanto ha voluto dire per la coscienza degli Americani, e non solo.
Al romanzo fu attribuito il premio Pulitzer per il 1960. Alla sua fama ha contribuito anche il famoso film con l’interpretazione magistrale di Gregory Peck nei panni di Atticus.