Niccolò Ammaniti
Il momento è delicato
Einaudi 2012
Nel complesso una raccolta di racconti alquanto eterogenea; c’è un filo conduttore? Un tema, un qualcosa che li accomuna? Prima di dire la mia lascio la parola all’autore, che parlando di come sprofondi, alla notte, in dormiveglia carico di avvenimenti e sensazioni del passato, dice: «Questo vortice che mi trascina indietro mi porta inevitabilmente a modificare i ricordi, a inventarmi nuovi terrificanti finali».
In realtà le “storie della notte” non danno troppo affidamente allo scrittore perché «…con la luce del giorno, davanti allo schermo del computer, si rivelano fiacche e velleitarie… roba buona per gli psicoanalisti, ma non per scrivere qualcosa di decente».
Qualcuna di queste intuizioni, però, riesce ad aver vita, e diventa racconto; come?
«”E se…?” Ecco come mi parte una storia. Da una semplice (e spesso inverosimile) ipotesi».
Si spazia da storie realistiche ad avventure fantastiche con propensione all’orrido; c’è anche un racconto di fantascienza, così classificato dallo stesso autore.
Ci sono favolette crudeli.
Alcuni sono brevi flash su vite di dolorosa normalità, brevi racconti malinconici che spesso lasciano intravedere una profondità di sofferenze molto normali, e per questo più terribili.
Altri sono avventure picaresche, di puro divertissement; e tuttavia atroci nel loro grottesco svolgersi, truculente e visionarie, sia che si metta sulla scena un buffo mostro gigantesco e ammazza-tutti (ma chi è davvero il mostro?) sia che si evochi un alieno capace di interpretare le aspirazioni molto poco nobili di un barbone, una “cosa” che nasce dentro di te e ti mangia; sia che si seguano le peripezie di un chirurgo plastico alla moda nella disperata ricerca del suo tesoro; solo per dirne alcune.
Un tratto comune lo si potrebbe rintracciare nel percorso di queste storie: le vicende dei personaggi è come se lievitassero; si caricano di pathos, arrivano ad un punto estremo, stanno per raggiungere l’apice della tragedia e improvvisamente si sgonfiano; tutto torna alla calma, alla piatta, perfida, quotidianità; oppure ad una parodia di normalità, che è anche ordinaria follia.
Due racconti della raccolta sono scritti a quattro mani con Antonio Manzini.